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Infatti, la sua morbidezza gli consentiva di poterla assumere agevolmente a dispetto dell’età avanzata. Secondo l’usanza presso Roma, la pasta veniva tagliata a strisce assai larghe, cotta in pentola o su piastre, condita o farcita, infine, con legumi e formaggio.
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La sua descrizione si trova nel trattato De re coquinaria (L’arte culinaria) di Apicio (25 a.C.-37 d.C.), gastronomo romano, e non è difficile ritenere che fosse la ricetta favorita da Cicerone.
Infatti, la sua morbidezza gli consentiva di poterla assumere agevolmente a dispetto dell’età avanzata. Secondo l’usanza presso Roma, la pasta veniva tagliata a strisce assai larghe, cotta in pentola o su piastre, condita o farcita, infine, con legumi e formaggio.
La lasagna conosciuta rimase questa di invenzione latina per i secoli successivi, fino ad almeno il XIV secolo, quando un anonimo diede alla creazione degli strati di pasta da farcire con il formaggio, gli stessi di cui l’editore Francesco Zambrini, nel 1863 in Bologna, riportò la ricetta ne Il libro della cucina del sec. XIV, lanciando l’uso delle lasagne a strati, secondo la versione che si diffuse successivamente.
Non è dato conoscere con esattezza il passaggio da questa primitiva lasagna alla cosiddetta “lasagna alla Bolognese”: neppure il “padre” della cucina italiana, Pellegrino Artusi (1820-1911), ne dà ricostruzione nel suo grande libro di cucina La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene, raccolta delle ricette tradizionali italiane.
Con il proseguire del tempo, le lasagne si affermarono come piatto largamente popolare ed amato, grazie anche ad alcuni ristoranti Bolognesi che iniziarono a farle conoscere alla loro clientela agli inizi del ‘900.
Consacrazione definitiva avvenne, infine, con la citazione da parte di Paolo Monelli (1891-1984), giornalista e scrittore emiliano, nel 1935 nel suo libro Il Ghiottone errante.
Le lasagne si sono insediate come ricetta cardine a Bologna, tanto che ogni famiglia del capoluogo emiliano ne possiede una propria versione: possono essere gialle oppure verdi (con gli spinaci nella pasta), ma comunque condite rigorosamente con il ragù alla bolognese, di cui ugualmente esistono numerose interpretazioni.
L’Accademia Italiana della Cucina, dopo scrupoloso esame di tutte le ricette edite e comparse sui principali testi gastronomici italiani e successivamente alla consultazione di molti ricettari appartenenti alla tradizione delle famiglie bolognesi, ha depositato infine presso la Camera di Commercio di Bologna le “originali” ed autentiche lasagne alla bolognese.
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